*Ekate* |
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| CITAZIONE Non aveva più niente da perdere ormai. Capì che aveva solo una decisione da prendere, si alzò e esenza nemmeno rendersene conto si ritrovò fuori dalla porta. Quelle parole erano diventate un'ossessione, come un sottofondo martellante di tutti i suoi giorni e tutte le sue notti e mentre se le ripeteva dentro, non si accorse neanche che le sue gambe avevano cominciato a camminare più veloce, sempre più veloce, fino a sciogliersi in una corsa forsennata. Sapeva che quelle parole ormai non bastavano più, ora aveva bisogno di scoprire di chi fossero quelle parole, da quale viso e da quale bocca provenissero... Era una corsa nervosa che sembrava inarrestabile quando un pensiero nitido e fulmineo lo colpì come un dardo scagliato dalla propria coscienza: "dove?". Tutto il suo essere desiderava più di ogni altra cosa scoprire la fonte di quelle parole, mettere fine al tormento, ma le gambe avrebbero dovuto aspettare fin quando la testa non avesse trovato una risposta ad un quesito non esattamente trascurabile: "da dove cominciare a cercare?” Pensò alla prima volta che le aveva udite. Erano passati anni ormai, ma quello che era successo la sera del 18 novembre 1990 lo accompagnava ancora, come un sibilo sinistro, come un'ombra sottile. Si fermò, un particolare catturò la sua attenzione, una tenda di velluto rosso nella finestra di una villetta. Ecco che la voce tornava... Si guardò intorno…la testa iniziava a elaborare dati …mille domande…mille sensazioni…quanto aveva camminato.. così perso dietro alla voce?. …dove lo aveva portato la momentanea follia?...i suoi occhi rotearono in una rapida panoramica …la strada piena di gente a passeggio…il centro commerciale dove andava spesso …non era andato troppo lontano da casa e quella villetta...quella villetta....adesso i ricordi si facevano più nitidi.Correndo cercava. .. desiderava chiarezza ma nella fitta nebbia dello smarrimento non trovava la via d'uscita..la chiave che lo avrebbe aiutato ad interpretare quelle lontane parole…allora capì che la cosa migliore che potesse fare in quel momento era fermarsi, calmarsi. Fece mente locale e si ricordò di quel vecchio locale in cui era stato quel giorno e cercò di ricordare la strada. Obbligò le gambe a arrestarsi...a cosa non fu immediata...come se il comando partito dal cervello arrivasse con un certo ritardo...come quando i freni sono un po’ usurati...pigi il pedale e la macchina risponde dopo un attimo. Comunque si fermò...si trovo seduto sul muretto che costeggiava la strada...respirò forte...aria freca che saliva al cervello...sollievo...ragionare con calma...la tenda rossa e il locale...rimbalzavano in testa come la pallina di un flipper...d’un tratto la nebbia lasciò la sua testa...vedeva l’insegna del locale...il bicchiere pieno di birra...la voce si era acquietata...la sentiva sempre...ma adesso era una cantilena conciliante...adesso sapeva dove andare e riusciva anche a visualizzare quel volto... il tempo l'aveva piano piano cancellato...come coperto da una coltre di fumo sempre più fitta...e ora era come se una folata di vento l'avesse reso visibile tutto d'un tratto...la chiave per poter interpretare quelle parole era lei!!! era stato da "pocciolo" un paio di volte prima di prendere quella decisione che lo avrebbe costretto ad andare a piedi per tutta la vita...lo ricorda come fosse ora....era inverno e a scuola guida non c'era il riscaldamento. La teoria gli piaceva, motori, segnali, rotatorie e quant'altro...ma la guida proprio no.....aveva provato una volta a guidare con il suo vecchio. Una renault 5 scarrettata di colore grigio topo. Andavano per le strade di bosco, almeno cosi non rischiavano di prendere multe...eh si....proprio cosi...il vecchio era un alcolizzato e non aveva la patente da anni ormai.... ..io do ragione a fumino..si riparte da qui
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